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L’omelia Nativitatis gloriosae e il commento In Matthaeievangelium di Pascasio Radberto nell’ufficio «Gaude materEcclesia» del Ms. lat. 18168 della Bibliothèque nationale deFrance.
Pubblicando nel settembre 2011 la propria tesi di dottorato
in filosofia dal titolo Mary and the Jews in Anglo-NormanMonastic Culture1 Kati Ihnat ha riportato in appendice al suolavoro la trascrizione integrale - in una forma che è tra le piùantiche se non addirittura la più antica - dell’ufficio dellaConcezione della B. V. M. conosciuto, dall’incipit dell’antifonacon cui si aprono i primi vesperi della ricorrenza liturgica, come“ufficio Gaude mater ecclesia”2.
Dal punto di vista letterario appartiene alla categoria degli
“uffici in rima”3 che proliferarono nel XII secolo ma furonoeliminati dai repertori liturgici in base delle disposizioni delConcilio di Trento. Diffusosi in tutto il continente europeo più diogni altro dei circa quindici formulari sinora noti, è riportato perintero in un libellus contenuto nel Ms. lat. 18168 dellaBibliothèque nationale de France. Il libellus è un palinsesto dellafine dell’XI o dell’inizio del XII sec. in cui trovano posto unaraccolta di Miracula beatae Virginis Mariae (ff. 79-105) el’Officium Conceptionis b. V. M. (ff. 105v-110v); il codiceapparteneva all’abbazia benedettina di Saint-Martin-des-Champs(Parigi) dove furono compilati i ff. 79-110, ma la sua originesembra doversi collocare nel Nord-Est della Francia (forse a Saint-
1 K. IHNAT, Mary and the Jews in Anglo-Norman Monastic Culture,
Presented for the Degree of PhD, Written under the Supervision of ProfessorMiri Rubin, Department of History Queen Mary, University of London,September 2011. La tesi è disponibile on-line sul sito https://qmro.qmul.ac.uk.
2 Op. cit., pp. 222-231. Di seguito all’ufficio della Concezione la Ihnat
trascrive anche la messa Gaudeamus nel cui formulario sono inseriti unasequenza ed un prefazio che meriterebbero uno studio a parte.
3 Sono noti come Reimofficien, offices rythmiques, oficios rimados.
La presenza dell’ufficio della Concezione in questo codice
composito (vi si riconoscono sezioni databili dal IX al XII sec.) eragià stata segnalata da Solange Corbin5; il solo testo poetico,desunto da altre fonti (tedesche o austriache), fu pubblicatonell’Ottocento sia da F. J. Mone6 in una forma molto vicina aquella del manoscritto che qui prendiamo in considerazione, sia dalDreves7 in una versione che la Corbin ritiene più “recente”. N e s s u n o d e i n u m e r o s i c o d i c i i n d i c i z z a t i n e l s i t owww.cantusdatabase.org riporta questo ufficio nella forma attestatadal Ms. lat. 18168 che peraltro differisce anche dal coevo Ms. lat. 1688 (tuttavia “notato”)8; lo stesso Mone - che ne dà una versionemolto vicina9 a quella del nostro libellus desumendola da un codiceil cui mattutino prevedeva ugualmente dodici letture - segnalal’esistenza di un ufficio simile a quello da lui pubblicato che peròsi apre con l’antifona Gaude mater ecclesia.
Un aspetto interessante dell’ufficio che la trascrizione della
Ihnat consente di cogliere riguarda le letture, sulle quali quiintendiamo soffermarci. Nella tesi citata non si fa parola delle fontidi cui si è servito l’estensore di questa parte del formulario; leabbiamo individuate.
4 L’abbazia di Saint-Médard fu distrutta una prima volta dai Normanni
e dagli Ungari; fu ricostruita nell’XI sec.
5 S. CORBIN, L’Office en vers “Gaude Mater Ecclesia” pour laConception de la Vierge, in Atti del Congresso Internazionale di Musica Sacraorganizzato dal Pontificio Istituto di Musica Sacra e dalla Commissione diMusica Sacra per l’Anno Santo (Roma, 25-30 Maggio 1950), Desclée e Cie,Roma - Tournai - Paris 1952, pp. 284-286.
6 Lateinische Hymnen des Mittelalters, aus Handschriften herausgegeben
und erklärt von F. J. Mone, Zweiter Band: Marienlieder, Herder’scheVerlagshandlung, Freiburg im Breisgau 1854, n. 326, pp. 8-15.
7 Analecta Hymnica Medii Aevi, V, Historiae rhythmicae: LiturgischeReimofftcien, Erste Folge, Herausgegeben von Guido Maria Dreves, Fues’sVerlag (R. Reisland), Leipzig 1889, n. 12, pp. 47-50.
8 Questi due codici rappresentano due delle tre fonti più antiche
dell’ufficio in questione; ma sono le sole conosciute.
9 Anche se inizia con Ave decus virgineum (ant. al Magnificat dei primi
1) È Fulberto di Chartres (960-1028) l’autore dell’omelia
Diciamo subito che l’attribuzione a s. Fulberto non è del tutto
pacifica. H. Barré sostiene che l’autore dell’omelia è un certoBernerus abate di Sainte-Marie d’Homblières (situata nella regionestorica del Vermandois, Aisne), morto nel marzo del 98210; ne fafede, a suo dire, il ms. Bruxelles Bibl. Royale 14924-34 del XII sec. proveniente da Lobbes11 e registrato da J. Van den Gheyn al n. 3238 del suo Catalogue des manuscrits de la Bibliothèque Royalede Belgique (V: Histoire - Hagiographie, Lamertin, Bruxelles1905, pp. 242-243)12. A fronte di un solo manoscritto del XII sec. che attribuisce il sermo all’abate Bernero, il p. José M. Canal neadduce 28 (collocabili in un arco di tempo che va dall’XI al XIIIsec.13) che lo convincono della sufficiente fondatezza della suaattribuzione al vescovo di Chartres noto autore di un certo numerodi omelie mariane14.
Edita per la prima volta in Recherches de Théologie ancienneet médiévale (XXX [1963] pp. 72-8315) con il titolo di Sermo de
10 Cf The cartulary and charters of Notre-Dame of Homblières, edited
with an introduction by Theodore Evergates in collaboration with GilesConstable on the basis of material prepared by William Mendel Newman: II. TheCharters, 16 n. 1 (www.medievalacademy.org).
11 L’Abbazia di Saint-Pierre de Lobbes era un’antica e prestigiosa abbazia
benedettina nelle vicinanze di Thuin, provincia di Hainaut, regione vallone delBelgio. Fondata sulla Sambre verso il 654 da s. Landelin, l’abbazia ebbe unruolo di primo piano nella vita religiosa, politica e intellettuale del principato diLiegi, soprattuto all’inizio del secondo millennio.
12 Cf H. BARRÉ, Pro Fulberto, in RTAM XXXI (1964), pp. 328-329. 13 Otto di essi sono dell’XI sec. 14 Non si tratta di una certezza assoluta, ma di una probabilità piuttosto
alta. Cf J. M. CANAL, Los sermones marianos de san Fulberto de Chartres. Conclusión, RTAM XXXIII (1966), p. 142-143. — Scopo di queste pagine nonè quello di dirimere la questione; a noi interessa soltanto far usciredall’anonimato le letture dell’ufficio della Concezione, che vengono introdottesenza indicazione d’autore.
15 Per un totale di 342 righe; useremo la numerazione del Canal
Nativitate sanctae Mariae dallo stesso J. M. Canal che già nel1962, e nella medesima rivista, ne aveva anticipato contenuti eprovenienza16, l’omelia non risulta scritta per la festa dellaConcezione ma, appunto, per la celebrazione della festa dellaNatività di Maria (8 settembre).
Nessuno dei sermones ad populum di contenuto mariano attribuiti a s.
Fulberto (grande devoto della Madonna, promotore della devozione mariana edelle celebrazioni liturgiche in onore della Madre del Signore) è dedicato allaConcezione; se fosse stata già presente nel calendario liturgico della sua diocesiavrebbe certamente scritto qualcosa anche sulla “nuova” festa che, provenendo -almeno immediatamente - dal mondo anglosassone, proprio agli inizi dell’XIsec. cominciava a diffondersi anche in Francia.
Va comunque detto che il repertorio da cui fu tratta l’omelia
per la festa della Concezione è, verosimilmente, il repertorioliturgico benedettino; l’omelia Nativitatis gloriose, infatti, laritroviamo nel breviario monastico dell’abbazia di Hyde17 dov’eraprevista in tre distinti giorni feriali dell’ottava della festa dellaNatività.18
Nel formulario dell’ufficio Gaude mater ecclesia del Ms. lat.
18168 viene dunque utilizzata - con abbreviazioni e adattamentivari - un’omelia dedicata alla “Natività” di Maria sostituendo,
16 Cf RTAM XXIX (1962), pp. 41-43. Mss di riferimento: Ruen 471 (s.
XI), f. 86v-91v (R) e Vat. Reg. lat. 490 (s. XI) f. 4-9v (V).
17 Databile tra la fine del XIII e l’inizio del XIV sec. Cf The MonasticBreviary of Hyde Abbay, Winchester MSS Rawlinson Liturg. e. 1, and GoughLiturg. 8, in the Bodleian Library, Edited by J.B.L. Tolhurst, 6 voll., Oxford1932-1942.
18 Nel breviario dell’abbazia di Hyde le prime otto delle dodici letture del
mattutino dell’8 settembre sono desunte dal Cantico dei cantici. Nei giorniseguenti, tra il 9 e il 13 settembre e in tre distinte feriae, si leggono frammentidell’omelia in questione; la terza lettura dell’ultima feria che precede lacelebrazione solenne dell’ottava, si conclude esattamente con l’invocazione chetroviamo anche nel Ms. lat. 18186. — Il breviario dell’abbazia di Hydeconteneva, all’epoca cui risalgono i manoscritti che la riportano, la festa dellaConcezione; questa festa era ormai inserita stabilmente nel calendario liturgico,aveva testi propri per tutto l’ufficio - ma non era l’ufficio Gaude mater ecclesia -e, naturalmente, non era ancora dotata di ottava.
semplicemente, il termine nativitas con il termine conceptio. Particolare, questo, non proprio irrilevante. Trova infatti quiapplicazione la linea che Elsino, abate di Ramsay al tempo diGuglielmo il Conquistatore,19 cercò di imporre nel propriomonastero e altrove in un momento in cui regnava una grandeincertezza sia sulla legittimità della festa, sia sui testi che per la suacelebrazione fosse opportuno adottare.
Mettiamo dunque a confronto la trascrizione del Ms. lat.
18168 offerta dalla Ihnat e il testo critico edito da J. M. Canal,evidenziando con il corsivo i passi che il redattore delle prime ottoletture dell’ufficio (I e II notturno) ha scelto:
Conceptionis gloriose genitricis ac perpetue virginis Marie precelsasollenitas cunctorum letificans corda piorum atque ad sui amoris affectuminvitans mentes humilium contemplari nos admonet divine super nos pietatisgratuitum donum. Verum inmenstitatem <sic> benignitatis dei et eius ab eternopresentiam <sic> qua hominem creare voluit et eius lapsum previdens quoiterum ordine reparandus esset agnovit admirari non satis digne comprehenderevero nequaquam humanus sufficit animus.
Natiuitatis gloriosae genitricis dei ac perpetuae uirginismariae praecelsa sollempnitas, cunctorum laetificans corda piorum,atque ad sui amoris affectum inuitans mentes humilium, contemplarinos admonet diuinae, super nos, pietatis gratuitum donum. Verumimmensitatem benignitatis dei, et eius ab aeterno praescientiam,qua hominem creare uoluit, et eius lapsum praeuidens, quo iterumordine reparandus esset agnouit, admirari non satis digne,c o m p r e h e n d e r e
constrictus, in sese humanus stupens relabitur animus. (rr. 2-10)
19 Divenne famoso per un’esperienza da lui vissuta. Disse di essere stato
salvato da un naufragio per intervento della Madre di Dio che gli inviò un suomessaggero ponendogli la condizione per uscire dal pericolo di morteimminente: di prodigarsi cioè per la diffusione della festa della Concezione. Alladomanda: e con quale ufficio, ricevette come risposta: con quello della Natività,mutando solo il nome di “nativitas” in quello di “conceptio”. Il raccontodell’episodio accaduto ad Elsino verrà utilizzato per secoli, in molti breviari ditutta Europa, nelle letture del mattutino dell’8 dicembre. Lectio II
Conceptionem vero beatissimis <sic> dei genitricis Marie devotissimecelebrantes videamus in quantum possumus ex divinarum testimoniisscripturarum ab ipso mundane creationis exordio per singulas etates usque adfelicissima eiusdem virginis tempora conceptionis si quid in his forteanimadvertere vel cumque potimus <sic> quod non sit regulnasse <sic>chatolice fidei et ecclesie congruat fatui <sic> et beatissime dei genitricis etsemper virginis Marie allucescat conceptioni. deuotissime celebrantes, uideamus, in quantum possumus, exdiuinarum testimoniis scripturarum, ab ipso mundanae creationisexordio, singulis diebus fabricae mundialis, singulas aetates inordine comparantes, usque ad felicissima eiusdem uirginis temporanatiuitatis, si quid in his forte animaduertere utcumque poterimus,quod non sit repugnans catholicae fidei, ac ecclesiae congruatstatui, et beatissimae dei genitricis et semper uirginis mariaeallucescat natiuitati. (rr. 11-18)
Lectio III Primis namque parentibus in paradiso mandatum dei trangressis <sic>
quamvis omnes <sic> deus ob culpam suam maledixerat non tamen ipsos primosparentes omne posteritatem eorum per tam longa illius etatis spatia enormitatescelerum tenebrosam funditus extinxit immo ut habundantiam sue ergo <sic>naturam humanam karitatis ostenderet luce sue cognitionis licet paucis hancpercipientibus decoravit. Abel namque deo sacrificium optulit enoc nomen deiinvocare cepit. Enoc adhuc in carne vivens contemplatione dei fruitur noe iustusappellatur qui huius finis alterius initium monstratus etatis. t r a nsgressis, quamuis e i s o m n i p o t e n s d e u s , o b c u l p a m s u a einstabilitatis, temeritatis simul et caecitatis, iustissimemaledixerit, primos parentes omnemque posteritatem eorum per tamlonga illius aetatis spatia enormitate suorum uitiorum tenebrosaminformem et fiuidam non funditus extinxit, immo, ut habundantiams u a e e r g a n a t u r a m h u m a n a m c a r i t a t i s ostenderet, luce su a ecognitionis, paucis percipientibus, hanc decorauit. Abel namque deosacrificium obtulit. Enoc nomen domini inuocare cepit. Enoc, incarne adhuc uiuens, comtemplatione dei fruitur Noe iustus appelaturqui huius finis, alterius initium monstratur aetatis. [rr. 57-79]
Lectio IV Consideremuo <sic> ergo quid illo in tempore portendebatur videlicetquod abel et supradicti patres eliguntur et noe mundo pereunte salvatur. Hi si
fallimus <sic> iam tamen <sic> illa benedicebatur in cuius medio dominussalutem operaretur de qua veritas orietur ut sua captivitate iacob liberrimeabsolveretut. Sanctissime namque dei genitricis corpus ante secula adgenerandum dei seculum <sic> predestinarum <sic> prope finem mundinasciturum iam tunc sub quadam imagine benedicebatur ex tunc videlicet mediosalus mundi orietur <sic> qui omnium in se credentium vincula laxaret et eternaeos libertate donaret. Superne denique benedictioni preparabatur terra inhomine procreato ex qua concepta erat gloriosissima virgo que celestisbenedictionis singulari replenda erat privilegio. Noe cum filiis a dominobenedici meruit quod post trangressionem primi parentis nullus hominum hucusque potuit. Consideremus, fratres, quid, in illo tempore, in his, quae
diximus, portendebatur; uidelicet quod abel et supradicti patreseliguntur, et noe, mundo pereunte, saluatur. Nisi fallimur, iamt e r r a i l l a b e n e d i c e b a t u r ,operaretur, de qua ueritas oriretur, ut, suo in tempore, captiuitasiacob liberrime absolueretur. Sanctissimum namque dei genitriciscorpus, ante saecula ad generandum dei filium praedestinatum, propefinem mundi nasciturum, iam tunc in his, quos prediximus, patribus,sub quadam imagine benedicebatur, ex cuius uidelicet medio salusmundi oriretur, qui omnium in se credentium uincula solueret, etaeternam libertatem eis concederet. Supernae denique benedictionipreparabatur terra in homine procreato, ex qua nascitura eratgloriosissima uirgo, quae, celesti benedictione, singulari replendaerat priuilegio. Noe autem cum filiis benedici a domino promeruit,quod, post trangressionem primi parentis, antea nullus hominisfecit. [rr. 83-106]
Constantissima procul dubio et fere incomparabilis beati abraeuniversalis ecclesie karissima <sic> voce precatur eiusque obedientia omniumfidelium ore laudatur. Unde a domino meruit audire quod in semine eiusbenedicerentur omnes gens <sic>. Ecce iam ex parte invenimus quodquerebamus. Conceptione denique beate virginis Marie annuatim recolentes idut cumque videre satagimus cum quanta benedicitonis ubertate concepta fuitque nobis deum super omnia benedictum ex virginea carne protulit. In hacquippe etate iam dignitas humane conditionis reparanda monstratur cum fideliabrahe in signum sue magne fidei carnis circumcisio commendatur. abrahae fides, uniuersalis ecclesiae clarissima uoce praedicatur;eiusque obedientia, omnium fidelium ore laudatur. Unde a dominoaudire meruit: Quod in semine eius benedicerentur omnes gentes. Ecce iam ex parte inuenimus quod quaerebamus. Natiuitatem deniquedei genitricis et uirginis mariae annue recolentes, id utcumqueuidere satagimus, cum quanta benedictionis ubertate beatissima deigenitrix nata fuit, quae nobis deum, super omnia benedictum, excarne uirginea protulit. In hac igitur aetate, iam dignitas humanaeconditionis reparanda monstratur, cum fideli habraae in signum suaemagne fidei, carnis circumcisio commendatur. [rr. 141-157]
Lectio VI Divine igitur dignationis prerogativa cunctorum sordes scelerum legalis
circumcisionis radente novacula prepurgatur <sic> quedam stirps iudaica exqua celestis luminis porta conciperetur gloriosissima virgo Maria quam ineterna dei dispositione ut stirpe david prodiret prostitam <sic> atque unigenitifilii dei matrem futuram (+ esse credimus) et predestinatam. Quisquis autemquante etatis venerabiles patres oculis fidei fideliter contemplatus <sic> eorumet dicta debita meditatione rimatur qualiter sol ille verus eorum predicationemundo manifestatur <sic> saluberrima et licet flos vel fructus illius virgesacerdotalis in tabernaculo domini incarnatione <sic> nostri salvatorisprefiguraverit qualiter tamen in deplena <sic> esset nullus in illa etate nobisscribendo tradidit. Diuinae dignationis praerogatiua, cunctorum sordes scelerum,legalis seueritatis radente nouacula praepurgabatur quaedam styrpsiudaica, ex qua caelestis luminis porta nasceretur, gloriosissimauirgo maria quam in aeterna dei dispositione, non solum ut destyrpe dauid nasceretur praescitam, sed aetiam unigeniti filii deimatrem futuram, certissime scimus praeordinatam et praedestinatam. Quisquis autem quantae aetatis, uenerabiles patres, oculis fideifideliter contemplatur, eorumque dicta debita meditatione rimatur,qualiter sol ille uerus eorum praedicatione mundo manifestetur,salubriter intueatur. Et licet flos uel fructus illius uirgaesacerdotalis in tabernaculo domini incarnationem nostri saluatorispraefigurauerit, qualiter tamen implenda esset nullus in illaaetate nobis scribendo tradidit. [rr. 164-213]
Lectio VII
Ut super redemptorem nostrum in mundo venturum Moyses nuntiavitdicens Hebreis prophetam vobis suscitavit deus de fratribus vestris tanquam meipsum audiertis <sic> sed quomodo de virgine nasceretur scriptum non reliquit. Beatus vero Ysaias eloquentissime quid super hoc sancto spiritu in se loquenteprophetaverit scimus. Ecce virgo concipiet et pariet filium et vocabitur nomeneius emmanuel. Beatam ergo dei genitricem ac perpetuam virginem Mariamcuius annua conceptionis festa veneramur de radice iesse concipiendam sanctorepletus spiritu vates cecinit. Radix vero iesse est familia iudeorum. Virgaquoque Maria que florere odoriferum virgineo de corpore sancto spiritucooperante veraciter carnem factum mundo protulit dominum nostrum ihesumChrsitum. Felix itaque Maria de tanta partum <sic> prosapia felix et ille deprole incorporaliter <sic> gloriosa. Redemptorem nostrum in mundo uenturo moyses nuntiauit, dicenshebreis: Prophetam nobis <sic> suscitabit deus de fratribusuestris; tamquam me, ipsum audietis. Sed quomodo de uirginenasceretur, scriptum non reliquit. Beatus isaias, prophetarumeloquentissimus, quid super hoc sancto in se spiritu loquente,prophetauerit scimus: Ecce, ait, uirgo concipiet et pariet filium,et uocabitur nomen eius emmanuel. Beatam dei genitricem acp e r p e t u a mu i r g i n e m m a r i a m , c u i u s a n n u a
percolimus, de radice iesse oriundam sancto in se spiritu loquente,uates cecinit. Radix uero iesse est familia iudeorum; uirga, maria;quae flor em luminosum, inflexibili in se castitatis uigorep e r h e n n i t e r
c o r p o r e , s a n c t o s p i r i t ucooperante, ueraciter factum mundo protulit, dominum nostrum ihesumxpistum. Felix, inquam, maria de tanta patrum prosapia, sed illimulto feliciores de posteritate incomparabiliter gloriosa. [rr. 216-263]
Lectio VIII
Ut quodlibet utique considerare quid est quod in fine etatis quinte insemine abrahae cuncte benedicentur gentes. In hac enim beatissima conceptanata est Maria que angelo nunciante gratia dei plena non solum in mulieribussed etiam super mulieres benedicta est copiosa benedictione referta de cuiussacratissimi aula pudoris universo largissima mundo profluxere munerabenedictionis. Sollempnitatem ergo conceptionis eius debite venerantes quantisdoto karismatis <sic> muneribus quam reverenda angelicis potestatibus quantisab omnibus <sic> sanctis extollenda honoribus quantisque sit ab universaeccelsia frequentanda laudibus prout possumus intuitu mentis et amore cordiscomplectimus. Verum si rerum universitas singulis distincta speciebus in eiuslaudem magnis subclamet vocibus minus dignum minusque erit idoneum quameius extollentia promeretur. Quid igitur agendum est nobis conceptionis eiussollennia venerantibus quandoquidem eam dignis nequimus efferri laudibus?Agnita denique nostri conatus inefficatia eius sunt postulanda suffragia eiusimploranda pietatis viscera ut eius mereamur sequi vestigia. . aetatis in semine abrahae cunctae benedicuntur gentes. In hacproculdubio beatissima nata est maria, quae, angelo nuntiante,gratia dei plena non solum in mulieribus, sed etiam inter mulieresb e n e d i c t a s
profluxerunt munera benedictionis. Sollempnitatem ergo natiuitatiseius praecipue uenerantes, quantis caeli plena muneribus, quamreuerenda angelicis potestatibus, quantis sit etiam ab hominibussanctis extollenda honoribus, quantisque <*> ab uniuersa ecclesiafrequentanda laudibus, prout possumus consideremus. Sed, etsi rerumuniuersitas singulis distincta speciebus in eius laudem magnissubclamet uocibus, beatissimae tamen dei genitricis mariaedignitatem intelligentibus, surditas hoc, uel silentium, apparebitm e n t i b u s . Q u i d i g i t u r a g e n d u m e s t n o b i s , natiuitatis eiussollempnia uenerantibus, qui eius laudem digne extollere nequimus?
Agnita denique nostri conatus inefficacia, eius sunt postulandasuffragia, eiusque imploranda pietatis uiscera, ut per eiussan c t i s s i m a m e r i t a , n o b i s d i u i n a r e p r o p i tiante clementia,humilitatis eius mereamur sequi uestigia. [rr. 276-326]
Tibi gratus [= ergo?] pia misericordie mater humili affectu
preces effundimus tibi totis medulli vota posternimus quatinusillum quem ignara virilis consortu concepisti doloris experspeperisti sacro confovisti gremio lacte pavisti virgineo nostrispium reddas piaculis indultorem boni perseverantie propositilargitorem. Ut te in illum acperte glorificantes illum te auxilianteipso donante mereamur bonis perfrui que paravit deus diligentibusse.
è una supplica che, come abbiamo detto, conclude l’omelia anchenel breviario dell’abbazia di Hyde: era dunque nell’usobenedettino20; anche il sermo «Gloriosam sollempnitatem» di s. Fulberto termina, in modo simile, con un’invocazione allaVergine,21 ma non è dato sapere se la parte finale dell’ottava letturadel nostro ufficio appartenesse effettivamente al testo omiletico;nell’edizione critica non compare.
Il Canal definisce l’omelia Nativitatis gloriosae, più che
un’opera esegetica, «un piadoso recuerdo de algunos capítulos delA. T., hecho en orden a celebrar la gloria de la Madre delRedentor»22; nessun cenno all’immacolata concezione dellaVergine. Quando, come avviene nell’Oratio ad sanctam Mariammatrem Domini23 s. Fulberto usa ripetutamente l’espressione«sancta et immaculata» mostra di associare l’immacolatezza alla
20 Cf The Monastic Breviary of Hyde Abbay, op. cit., vol. IV: Sanctorale
(July to December), Edited by J.B.L. Tolhurst, London 1939, f. 342v.
21 Lode e invocazione sono nelle righe 65-75 che concludono tale omelia:
Aue, beata uirgo Maria, gratia plena, inter mulieres benedicta, uirginitatisstudens in terris. Implora nobis thalamum aulae caelestis, ab ipso quem de tuoutero protulisti, auctorem uirginitatis. (RTAM XXX [1963], p. 72).
22 RTAM XXIX [1962], pp. 41-42. E aggiunge: «Aunque poco logrado,
podríamos ver en este sermón el primier ensayo de mariología bíblica» (Ivi, p. 43).
23 RTAM XXX [1963], pp. 83-86.
santità, non alla concezione; proprio come facevano per lo più iPadri orientali del primo millennio. All’epoca in cui era vescovodi Chartres la festa incominciava sì a diffondersi, ma la discussioneteologica sul grande privilegio mariano cui porrà fine - secoli dopo- il dogma di Pio IX, non era con tutta probabilità ancora iniziata.
2) Pascasio Radberto e il Commento al vangelo di s. Matteo.
Le letture IX-XII della festa della Concezione appartengono
invece a un’opera esegetica del famoso teologo e abate benedettinomorto nell’865. I passi sono tratti - in modo non sempresequenziale - dal Libro I, cap. I del suo commento al primovangelo; qui facciamo riferimento al testo pubblicato nellaPatrologia Latina del Migne (vol. CXX) riportando di seguitoanche i riferimenti alla raccolta delle sue opere pubblicata a Pariginel 1618.24 Chi ha confezionato queste quattro letture ha sceltoal cu n i fram m e n t i e l i h a c u c i t i i n s i em e, i n t erv en en d opersonalmente con qualche adattamento25 per dare coerenzaall’insieme. Lectio IX Liber generationis ihesu Chrsti26 filii david filii Abraham. Rel’(?27) Nonab re factum creditur cur ex omni prosapia veteris testamenti hos (duos –margin) tantum patres posuerit filius seculum carnem dicatur. Ad hos enimtantum ex omnibus legitur facta repromissio ut qui de istorum semine futurumsibi scirent salvatorem librus <sic> reciperent cum vidissent in eum consonavoce legis prophetarum omnia vaticinia adimpleri. Abraham genuist <sic>Isaac. Recte itaque ab initio fidei genealogia Chrsti subputatur ut in quoprimum deo <sic> factus ea (?) legitur repromissio fieret exordium successionisdonec ventum esset ad eum qui de caelo divitus <sic> fuerat repromissus.
24 S. PASCHASII RADBERTI abbatis Corbeiensis Opera, Lutetiae
Parisiorum 1618, liber I, coll. 16ss; PL CXX, coll. 43ss.
25 Abbreviazioni, piccole modifiche e/o aggiunte. 26 Non è raro leggere nei manoscritti la forma abbreviata Xpsti (gr.: Χρ). 27 Forse: et reliqua. David, filii Abraham. [43C/16E]. Non abs re factum creditur cur,ex omni prosapia Veteris Testamenti, hos duos tantum patresp o s u e r i t ,
dicatur.[.] Ad hos etenim tantum ex omnibus, in Veteri Testamentofacta legitur repromissio; ut qui de istorum semine futurum sibiscierant Salvatorem, liberius reciperent, cum vidissent in eumconsona voce legis et prophetarum omnia vaticinia adimpleri. [46CD/20BC] Abraham, inquit, genuit Isaac. Recte itaque ab initiofidei genealogia Christi supputatur:legitur repromissio, fieret et exordium successionis, donec ventumesset ad eum qui de coelo tunc divinitus fuerat repromissus. [50C/25BC]
Hinc igitur ab eo testis genealogie recte nectitur ut in summitate eius
amicus <sic> carne coopertus ad capiendum mundi maris cetum idem diabolumet ad perforandam eius maxillam obscurius religetur. Unde sequitur. IsaacIacob Iacob genuit Iudam et fratres eius. Isaac quippe risus vel gaudiuminterpretatur qui totus in spe repromissionis concipitur per fidem nascitur pergratiam et gaudium parentibus generabit. Hinc igitur ab eo testis genealogiae recte nectitur, ut insummitate ejus hamus carne coopertus ad capiendum mundi mariscetum, id est diabolum, et ad perforandam ejus maxillam, obscuriusreligetur. Unde sequitur: Isaac autem genuit Jacob, Jacob genuitJudam et fratres eius. [51A/25E-26A] Isaac quippe risus vel gaudiuminterpretatur [82D/66AB] quippe totus in spe, quod repromissusconcipitur per fidem, quod nascitur per gratiam, gaudium parentibusgeneravit. [83B/66E]
Lectio XI Siquidem quia tunc vere gaudemus si per per fidem domino coherentesvirtutum opera adimplemus alioquin error magis quam fides est appelandus sialiud fide concipitur quam deus est. Si quidem per Ysaac spem videlicetmandatorum dei quails <sic> aliud que caritas generatur audivit nec in corhominis aliquatenus ascendit.
Siquidem quia tunc vere gaudemus, si per per fidem Domino
cohaerentes virtutum opera adimplemus. [82D/66B] Alioquin errormagis quam fides est appelanda, si aliud fide concipitur, quam quodDeus est. [83A/66CD] Si quidem Isaac, spes videlicet promissorumDei [.] quid aliud quam charitas generatur? Quia nimirum spesnobis talia repromittit, qualia nec oculus vidit, nec aurisaudivit, nec in cor hominis aliquatenus ascenderunt. [83CD / 67BD]
Lectio XII Sed cur per Iacob caritatem designificari dixerimus si diligenteranimavertamus quibimus intueri. Nam idem patriarcha primum Iacob idemsubplantator deo Israel iude licet vir videns deum recte dicitur. Quia eademcaritas antea per laborem vitia supplanctans vitam practicam complexeratpostea vel contemplationem deum facie ad faceiam sicuti est certissimeperfruetur. Attendendum autem est cur dixerit Iacob genuit Iudam et fratres eius. Iccirco ex omnibus XII patriarchis solus iudas nominatim exprimitur ut eum sinealiquo mentis scrupulo manifestius recognosceres qui per spiritum sanctum exeius styrpe fuerat promissus. Dicit enim Iacob. Non deficiet princeps de iuda etdux de femoribus eius donec veniat qui mittendus est et ipse erit expectatiogentium. diligenter animavertimus, facillime quibimus intueri. [84A/67DE]Nam et idem patriarcha primum Jacob, deinde Israel recte dicitur. Quia eadem charitas antea per labores vitia supplantans vitampracticam complexatur: postea namque per contemplationem Deum faciea de s t , c e r t i s s i m e p e r f r u i t u r . [ 8 4 B / 6 8 A B ]
Attendendum autem est cur dixerit Iacob genuit Iudam et fratreseius. [?] Idcirco ex omnibus duodecim patriarchis hic soluscognominatim exprimitur, ut eum sine aliquo mentis scrupulomanifestius recognosceres, qui per Spiritum sanctum ex ejus stirpeolim fuerat repromissus. Dicit enim Jacob ita: Non deficietprinceps de Juda, et dux de femoribus eius, donec veniat quim i t t e n d u s e s t .e x p e c t a t i o g e n t i u m .
Un confronto tra i breviari contenenti l’ufficio Gaude materEcclesia per verificare le diverse opzioni in fatto di letture per ilmattutino della festa si impone. Ed è tutto da spiegare il fatto chementre le letture variano, i responsori restano invece sempre glistessi; chiaramente, se le letture anziché dodici diventano nove -specie in ambito non monastico, ovvero secolare - il numero deiresponsori diminuisce di numero, qualcuno viene di necessitàscartato o spostato, ma quelli che vengono impiegati sono sempregli stessi.28 Come spiegarlo?
28 S. Corbin, nell’articolo citato, suggeriva di prestare molta attenzione
all’ordine dei responsori; che però - aggiungiamo noi - non si possono dissociaredalle letture di cui sono un’eco, una “risposta” appunto, perché ne riprendono -o dovrebbero riprenderne - i contenuti più significativi. È singolare che essi
La varietà delle letture scelte per l’ufficio Gaude materecclesia nelle diverse chiese dove la festa veniva via via celebratae inserita nei calendari locali è indice di una certa avvertitainadeguatezza delle letture esistenti; e testimonia il desiderio deiliturgisti di cercare i testi più adatti e conformi al significato dellacelebrazione in un tempo in cui il dato teologico non era ancorastato sufficientemente messo a fuoco ed elaborato in modoappropriato; il trattato di Eadmero è dei primi decenni del XII sec.,del periodo cioè in cui la festa viene gradualmente ripristinata dopol’oscuramento imposto da Lanfranco29. La “resistenza” delleantifone e dei responsori potrebbe essere dovuta al fatto che eranodotati di melodia, non di rado di pregevole fattura; inoltre eranoparte integrante di una composizione letteraria piuttosto ampia ecoerente.
vivano - stando alle testimonianze dei breviari, raramente degli antifonari chenelle rubriche talvolta accennano alle letture da utilizzare nella celebrazione -quasi di vita autonoma, a prescindere cioè dalle letture cui sono associati. Siveda, ad es., l’ordinario della collegiale di Tongres redatto nel 1435/6 cheregistra l’ufficio della Concezione - proprio il Gaude mater ecclesia - secondoil formulario indicizzato nel sito del Cantus con la sigla B-TO olv 64(l’antifonario è del 1390 ca.). Ebbene le sei letture “proprie” previste per lacelebrazione dell’ufficio sono quelle che trattano «de ejus (sc.: B.M.V.)miraculis» e si trovano «in libro passionali». Si fa il nome di “AlcelmusCantuariensis” quale loro autore; si sa che di Anselmo non sono, ma tant’è. Responsori e antifone, tuttavia, sono gli stessi del Ms. lat. 18168 dove le letturesono confezionate con frammenti di un’omelia scritta per la “Natività” di Maria!— cf Pl. F. LEFÈVRE, L’Ordinaire de la Collégiale, autrefois Cathédrale, deTongres d’après un manuscrit du XVe siècle, I: le Temporal, Spicilegium sacrumLovaniense, Leuven 1967, pp. XXXIX e 349-352.
29 Ben altro oscuramento la festa conoscerà nei secoli successivi, a
seguito dell’aspra controversia tra sostenitori e oppositori del privilegio mariano.
Hepatite aguda por Dengue CASE REPORT ACUTE HEPATITIS DUE TO DENGUE VIRUS IN A CHRONIC HEPATITIS PATIENT Souza L.J1, Coelho J.M.C.O.4, Silva E.J. 2, 5, Abukater M.1, 2, Almeida F.C.R.1, 2, Fonte A. S.1, 2, Souza L.A. 1,3 1Centro de Referência da Dengue/Hospital Plantadores de Cana – Campos dos Goytacazes – RJ; 2Faculdade de Medicina de Campos; 3Universidade Estácio de Sá;
53rd ASH meeting (2011) in San Diego: Multiple Myeloma (MM) update This year, the 2011 ASH meeting gathered the MM specialists in the city of San Diego, Southern California. It was more than worth to undertake the long trip to get there and learn about the continuous progress made in the knowledge and treatment of our disease. A personalized treatment approach for MM patients is definite