Pillola del giorno dopo: cambia la dicitura, gli aborti restano La frase è scritta in gergo medico, come si addice ai foglietti il ustrativi, e recita: «Il farmaco potrebbe anche impedire l’impianto del ’ovulo fecondato». In una parola: impedire al ’embrione di vivere e svilupparsi. Il farmaco in questione è il Levonorgestrel, la cosiddetta pil ola del giorno dopo, e quel a frase d’ora in poi non comparirà più nel suo bugiardino. È stata rimossa, per decisione non meglio specificata del ’Agenzia italiana del farmaco. Rimane soltanto la dicitura: «Inibisce o ritarda l’ovulazione». Che non è un modo per dire la stessa cosa, anzi. Inibisse soltanto l’ovulazione, la pil ola del giorno dopo, non verrebbe prescritta e assunta da migliaia di giovani e giovanissime ogni anno (360mila nel 2011), che potrebbero benissimo accontentarsi di quel a normale, di pil ola. Ma quel o che finora non è passato con l’escamotage linguistico del a “contraccezione d’emergenza” (che contraccezione è, se viene fatta quando la gravidanza è già in corso?) ora lo si vuole far passare con la manipolazione dei dati scientifici. E questo a medici ed esperti risulta inaccettabile. «Si è scritta sul bugiardino una cosa non vera, e lo si è fatto consapevolmente». Bruno Mozzanega è ginecologo del ’Università di Padova, al ’attivo ha 170 pubblicazioni tra cui molte sui reali effetti del a pil ola del giorno dopo. «Mi spiace e mi rattrista, ma quel o che riportano l’Aifa e l’Agenzia europea del farmaco, a seguito del e posizioni del a Federazione mondiale dei ginecologi, non corrisponde affatto a quanto emerge dal a letteratura sperimentale su cui pretendono di fondare le loro conclusioni. Dal a letteratura primaria emerge con molta chiarezza – spiega Mozzanega – che il Levonorgestrel agisce inibendo l’ovulazione soltanto quando viene dato nel primo dei giorni fertili. Quando invece viene assunto nei giorni pre-ovulatori, che sono i più fertili del ciclo mestruale, tutte le donne studiate ovulano, ma il corpo luteo – cioè la struttura che poi deve preparare l’organismo materno al a gravidanza – diventa inadeguato al suo compito. Il concepimento può avvenire, ma l’embrione non trova un endometrio preparato ad accoglierlo». Ma ciò che più ha colpito Mozzanega è come si sia giunti al a decisione di modificare il bugiardino del a pil ola del giorno dopo, quasi in sordina: «La decisione non è stata discussa in Commissione tecnico-scientifica del ’Aifa, né in sede europea, al ’Ema. Resta da capire chi abbia deciso e quando di procedere con una scelta di questo tipo, di cui siamo venuti a conoscenza soltanto dal a Gazzetta ufficiale del 4 febbraio scorso». Una violenza gravissima nei confronti del e donne, secondo Mozzanega, «perché facendo passare questi farmaci come anticoncezionali quando non lo sono si tende ad al eggerire la responsabilità di chi li usa». Del o stesso parere l’Aigoc, che riunisce i ginecologi e gli ostetrici cattolici: «Dal punto di vista scientifico nul a di nuovo è stato provato rispetto a qualche anno fa che possa autorizzare un’Agenzia, che ha come compito primario la tutela del a salute di tutti i cittadini e l’informazione corretta, a fare questo». Ma la posta in gioco, si capisce bene, non è certo il dibattito scientifico. Al a notizia del ’aggiornamento del ’Aifa ha fatto seguito un coro di critiche e accuse agli “obiettori di coscienza” «che ora non hanno più appigli per negare al e donne il farmaco», ha detto Emilio Arisi, presidente del a Società medica italiana per la contraccezione (Smic). A cui sono già arrivate le repliche di molti ginecologi, non solo cattolici: «La clausola di coscienza non è questione di bugiardini». Aggiunge Mozzanega: «La scelta di non prescrivere questi farmaci
non è una scelta di obiezione rispetto al a legge. Al contrario: non prescrivendo farmaci che non tutelano il concepito io osservo totalmente le norme di legge che finalizzano la procreazione responsabile al a "tutela del a salute del a donna e del prodotto del concepimento", il concepito stesso. Sono le norme del a legge 405/75, e prima ancora sono i principi fondanti del a nostra civiltà, richiamati nel a Costituzione. Fuori dal a legge è chi contravviene a queste indicazioni vincolanti». Viviana Daloiso riproduzione riservata
Diagnosis and Treatment of Premenstrual Dysphoric Disorder SUBHASH C. BHATIA, M.D., and SHASHI K. BHATIA, M.D. Creighton University School of Medicine, Omaha, Nebraska From 2 to 10 percent of women of reproductive age have severe distress and dysfunction caused by premenstrual dysphoric disorder, a severe form of premenstrual syndrome. Current research implicates mechanisms of serotonin as