Le Coop rosse ed il boicottaggio verso Israele
Il quotidiano Haarez (la versione israeliana del
di Michela Mantovani
Herald Tribune) lo scorso 23 maggio pubblica vari
articoli, tra i quali spiccano i seguenti. La Coop
Italia e la Nordiconad hanno annunciato che entro
fine mese di maggio 2010 avrebbero boicottato tutti iprodotti agricoli provenienti da Israele distribuiti daCaramel-Agrexco web site, tra i più importanti espor-tatori di prodotti agricoli e non solo. La catena ali-mentare italiana ha dichiarato che vi era un problemadi “tracciabilità”, ossia che gli acquirenti non poteva-no distinguere i prodotti agricoli provenienti dal WestBank (Palestina ) o da territori interni alla green line(territori occupati).1 La lobby dei supermercati italianicoordinati con quelli francesi ha lanciato in gennaiodi quest’ anno una coalizione, “boycott divestmentand Sanction (BDS) il movimento contro l’apartheiddi Israele”. Il secondo articolo riguarda il calorosoapplauso in Grecia e Turchia per gli attivisti chevogliono portare aiuti umanitari a Gaza. Furia nellestrade turche per la flottiglia di Gaza e domati i turi-sti israeliani. Il terzo, Erdogan da Obama : Israelerischia di perdere il migliore alleato. A questo punto mi sovviene un dubbio: come mai laCoop ha deciso di boicottare quest’azienda solo dopo50 anni? Perché poi si richiede la tracciabilità ad unazienda che fa di ciò il suo cavallo di battaglia da sem-pre? E’ possibile che questa decisione di boicottare iprodotti made in Israel sia stata “organizzata” nellostesso periodo in cui gli attivisti vogliono portare aiutiumanitari a Gaza e proprio ora, quando Hamas con-trolla Gaza dal 2006 e nel gennaio 2009 abbiamo assi-stito ai bombardamenti dell’area? La terza notizia,inoltre, non è emblematica per l’isolamento cheIsraele potrebbe avere se l’opinione pubblica lolasciasse da solo a combattere il fondamentalismo isla-mico? Penso che la questione dei meloni sia quasi irri-
levante per gli israeliani. Forse si è trattato di una pos-
che non ha alcun fondamento in riferimento alla nor-
sibile messa in attenzione di una situazione che
mativa comunitaria sulla tracciabilità ed è priva di
potrebbe essere vista da vari punti di vista in una poli-
basi dal punto di vista della “denominazione di origi-
semia della terra “santa” dal punto di vista religioso.
ne” di tipo geografico-culturale, che al di fuori delleregole comunitarie in questione, non è un obbligo dilegge, ma può essere una buona politica di marketing. E appare anche dotata di una deriva razzista.
LA POLITICA DELL’ISLAM I REGOLAMENTI COMUNITARI
Comincio con la questione della tracciabilità, dalpunto di vista delle norme europee vigenti, quelle del
Il fatto è che gli israeliani considerano propri i territo-
regolamento comunitario del 2002. I regolamenti
ri “occupati” in quanto “loro terra”, anche se oggetti-
comunitari sono, nonostante il loro nome, leggi dota-
vamente gli è stata concessa soltanto nel 1948. Prima
te di immediata applicabilità in tutto il territorio
era stata un protettorato britannico, ma per 700 anni
dell’Unione europea, senza bisogno di leggi naziona-
era stata governata dall’impero turco sotto la dinastia
li di applicazione. La tracciabilità è, in linea di princi-
degli Ottomani. Prima ancora, era stata governata
pio, secondo l’articolo 2, la possibilità di ricostruire e
dalle Crociate ed in particolare dalla religiosità cristia-
di seguire il percorso di un alimento umano o degli
na. Se seguiamo, però, il pensiero religioso ebraico, il
animali le cui carni sono destinate all’alimentazione
tempo non è l’idea “di divenire”, ma è un Assoluto,
umana e delle sostanze atte a far parte degli alimenti
quindi per loro la dominazione ottomana non è signi-
in questione, nel loro percorso dalla produzione, alla
ficante. Per i mussulmani, invece, la temporalità è fon-
distribuzione allo scopo di tutelare l’igiene e la salute
damentale e reclamano i territori governati dall’impe-
da eventuali frodi o manipolazioni che possono crea-
ro turco. I cristiani, che potrebbero fare da cuscinetto
a questi fondamentalismi religiosi, stanno piano piano
L’articolo 18 del Regolamento stabilisce che “gli ope-
scomparendo dalla scena, anche fisicamente.
ratori del settore alimentare e dei mangimi devono
Non a caso da dieci anni a questa parte, in Turchia, la
essere in grado di individuare chi abbia fornito loro un
percentuale dei cristiani è scesa dal 20% al 5%2 ed il
alimento, un mangime, un animale destinato alla pro-
numero si sta abbassando sempre di più, anche per
duzione alimentare o qualsiasi sostanza destinata o
via di attentati a religiosi (come da ultimo Luigi
atta a entrare a far parte di un alimento o di un man-
Padovese). La politica dell’Islam non fa distinzione tra
gime. A tal fine detti operatori devono disporre di
religione e politica e dunque la cristianità è importan-
sistemi e procedure per individuare le imprese alle
te nel medio oriente per prevenire il totalitarismo
quali hanno fornito i loro prodotti. Le informazioni a
mussulmano. Essi relegano i cristiani in una situazio-
riguardo sono messe a disposizione delle autorità
ne quasi di non cittadini, nonostante i cristiani fosse-
competenti che le richiedano. Gli alimenti o i mangi-
ro cittadini del loro paese prima della nascita
mi che sono immessi sul mercato della comunità o
dell’Islam. Ovviamente il caso è stato archiviato come
che probabilmente lo saranno devono essere adegua-
gesto inconsulto di un pazzo, ma di certo sintomo di
tamente etichettati o identificati per agevolarne la rin-
un “fondamentalismo” che per la Turchia non è pru-
tracciabilità, mediante documentazione o informazio-
dente esprimere formalmente, per non rischiare di
ni pertinenti secondo i requisiti previsti in materia da
non entrare a far parte dell’Unione Europea. Ma il
“fondamentalismo” islamico ha varie facce, come
Il Regolamento detta procedure dettagliate di rintrac-
quella di integralisti che partono il week end
ciabilità solo per determinato alimenti come le carni
dall’Arabia Saudita per l’Egitto (Sharm el-Sheikh soli-
bovine e suine ed è molto più generico per altri pro-
tamente) per poter mangiare, bere alcolici; divertirsi
dotti come olio, vino o pesce; gli OGM . Nel caso in
questione, in base al Regolamento comunitario, non
La tesi della non tracciabilità adottata dalle Coop per
si poneva alcun problema di rintracciabilità perché i
togliere dagli scaffali prodotti israeliani provenienti
prodotti che sono stati tolti dagli scaffali delle Coop
dalla “Palestina ingiustamente occupata”, è chiara-
italiane e francesi provengono da Caramel -
mente pretestuosa. E’ un modo per celare un boicot-
Agrexco's, una grande e notissima impresa multina-
taggio commerciale rivolto a discutibili fini politici, a
zionale che rifornisce da molto tempo i loro scaffali e
favore della “causa pacifista“ (che in realtà non è tale);
che è dotata dei più seri requisiti di tracciabilità che si
possano desiderare date le certificazioni che possiede.
EVIDENTEMENTE INFONDATA
Come si nota la tesi della mancata tracciabilità, dalpunto di vista comunitario, è priva di fondamento. E lo
LA CARAMEL – AGREXCO’S
dimostra il fatto che le altre catene di distribuzione,nessuna, ha adottato un’analoga decisione fondatasulla carenza di tracciabilità. Né in passato lo hannofatto le Coop medesime. A questo punto potrebbe inter-
La Caramel - Agrexco's, sul mercato da oltre 50 anni,
venire un argomento di marketing : le Coop potrebbe-
distributrice 600 prodotti di differenti categorie prove-
ro tentare di sostenere che esse desiderano attestare la
nienti da circa 2.000 produttori (tra coltivatori ed alle-
provenienza geografica dei prodotti , per garantirne la
vatori), venduti da 350 buyers mondiali. I prodotti
natura tipica indipendentemente dalle regole comuni-
infatti si trovano nei supermercati di tutto il mondo,
tarie. Non è certo la nazionalità o la religione di chi
dall’Europa (est ed ovest) all’America latina, in nord
coltiva i prodotti che determina la tipicità dei loro con-
America, in Giappone a Singapore e ad Hong Kong. Il
tenuti e non si può intanto affermare che vi sia una
suo successo si fonda sul network di succursali opera-
diversità di terreno fra quelli fruiti dai palestinesi e quel-
tive a Londra, Francoforte, Parigi, Rotterdam, New
li degli israeliani atta a generare di per sé una differen-
York, Zurigo Vienna, Madrid e Milano. In Israele gli
za del prodotto. La Palestina, dal punto di vista agro
uffici sono dedicati al marketing e alla vendita in stati
industriale, non è divisa in una specializzazione israe-
dove Agrexco non ha uffici di rappresentanza, come
liana e una palestinese riconducibili a tradizioni cultu-
nell’Europa dell’est e in certi stati del Far and Near
rali alimentari diverse degli insediamenti israeliani e
East. Inoltre, la Agrexco’s logistics ha i migliori
palestinesi in quanto, anche se tali diversità esistono e
standard di qualità per quanto riguarda l’immagazzi-
danno luogo a prodotti con caratteristiche diverse, la
namento nel freddo, il trasporto marittimo, la distribu-
realtà del mercato ha generato un interscambio fra
israeliani e palestinesi che rende impossibile sostenere
La Agrexco’s è inoltre specializzata a lanciare sul mer-
che i prodotti finiti che hanno caratteristiche tipiche
cato e nella grande distribuzione nuovi prodotti ali-
israeliane non contengano componenti palestinesi e
mentari di qualità, quali patè di fegato d’oca fresco,
viceversa per prodotti finiti di tradizione palestinese.
carne macinata, pesce, insalate pronte, datteri freschi,
E’ indubbio che Israele cerchi sempre più di allargarsi
prodotti da forno, succhi freschi, gelati più altre deli-
dal punto di vista della territorialità costruendo case su
zie per la gola. Possiede imprese di confezionamen-
territorio del West Bank o acquistando intere abitazio-
to, allevamento di pesce e aziende di trasformazione
ni ma anche solo stanze a Gerusalemme, dagli arabi,
del cibo. Possedere questa larga catena ha sollecita-
pagando anche 10 mila euro il metro quadro. Inoltre
to Agrexco’s a creare Ecofresh, una struttura flessibile
vige la politica di avere figli per contrastare le crescita
che permette ad ogni produttore di incorporare in un
esponenziale dei mussulmani, ma come ho scritto in
solo sistema. Ogni rilevante specifica Ecofresh è cer-
un mio articolo precedente (l’Ircocervo, dicembre
tificata in modo standard per i principali 7 problemi:
2009), il commercio assieme alla cultura, costituisce la
1) sicurezza del cibo 2) sicurezza sul lavoro, 3) con-
via per la pace, come già era stato teorizzato da filoso-
trollo degli sprechi e delle immissioni inquinanti 4)
fi, giuristi ed economisti del passato fautori del libero
salute e welfare delle risorse umane 5) preservazione
scambio che, da Montesquieu a David Hume e ad
e sviluppo della natura e del paesaggio 6) Know –how
Adam Smith, hanno sostenuto che il commercio tende
di agri- Tec 7) stretto controllo di qualità. Ciò è reso
a generare una pacifica convivenza. Ne è esempio il
possibile dal fatto che Ecofresh prevede chiare e pre-
significativo progetto Papa (Usaid) per lo sviluppo
cise istruzioni sia per i coltivatori che per le imprese
agricolo delle zone del West Bank e Gaza.
di confezionamento. La lista di tali istruzioni include:
Nel 2007 è stato siglato un accordo esclusivo fra
1) uno specifico protocollo di coltivazione per ogni
un’azienda di agribusiness palestinese (Sinokrot Food
appezzamento di terreno con una serie completa di
Company) e una israeliana di export (Arava Export
documentazione 2) un protocollo ed istruzioni per
Growers), per la produzione e la vendita di prodotti
l’azienda confezionatrice e per i lavoratori dell’azien-
agricoli freschi coltivati nel West Bank. I prodotti veni-
da 3) educazione e training per lavoratori nelle varie
vano raccolti nella valle del Giordano, a Gerico (West
lingue 4) guida alla certificazione MSAS (Multi
Bank), a circa 20 km da Gerusalemme; caricati in
Scheme Audit System) in un solo sistema.
camion refrigerati della ditta israeliana e portati a Tel
Aviv (80 km). Nel giro di un’ora venivano trasportati e
agricoli palestinesi non è tanto quello della produzio-
stivati in voli cargo diretti negli Stati Uniti, in Europa
ne ma quanto quello della distribuzione, mentre gli
e in Russia. Inoltre, lo stesso programma di aiuti ame-
israeliani sono organizzatori perfetti in particolare per
ricani per Gaza, aveva dato la possibilità ai coltiva-
la logistica ed i trasporti. Queste potenzialità inespres-
tori di poter beneficiare di un programma di irrigazio-
se vengono però valorizzate da progetti di coopera-
ne che non utilizzava né elettricità né acqua pressu-
zione che giornali o mass media internazionali non
rizzata: era un sistema di irrigazione per forza di gra-
mettono in luce, ossia quel lavoro svolto da istituzio-
vità (gravity drip irrigation system).
ni che riescono a mettere d’accordo potenzialità ine-
Un'altra iniziativa particolare era la produzione di una
spresse e non dialoganti. Vengono invece valorizzate,
selezione di garofano a due colori coltivati in serre a
in modo molto più efficace ed efficiente, dalle forze
Rafah (Gaza) con esportazione in Europa. Il problema
del mercato, come con i prodotti Ecofresh, quelli che
maggiore per l’espansione dell’azienda, era la carenza
si vorrebbero boicottare “per il bene dei palestinesi“
di celle frigorifere (cold storage).3 Ovviamente e pur-
troppo queste iniziative non esistono più (dato il con-trollo del territorio di Hamas e la conseguente chiusu-ra degli scambi che ha portato necessariamente ad un
isolamento non troppo percepito. Le giovani genera-zioni sono sotto la pressione educativa di Hamas, non
1 “Two italian grocery chains to boycott Israeli produ-
vanno all’estero a studiare, vedono il mondo solo den-
ce” in Haaretz (versione israeliana del Herald Tribune)
tro i confini dei quaranta km della striscia guardando
2 Donadio R. “Pope highlights plight of Christians in
Detto ciò, il boicottaggio attuato dalle Coop contra-
Mideast” in International Herald Tribune june 7, 2010
sta con la linea pacifista che vorrebbe esprimere. A
Papa USAID united states agency International
conferma, il grosso problema dei piccoli proprietari
Fondazione ReL • Riformismo&LibertàVia della Penna, 59 • 00186 RomaTel/Fax 06 [email protected] • www.fondazionerel.it
www.fondazionerel.it
PRODUCT SAFETY DATA SHEET Manufacturer : 1-1,Matsushita-cho,Moriguchi,Osaka 570-8511 Japan: Energy Company Lithium-Ion Battery Business Unit, Engineering Planning Group Name of Product Lithium-Ion rechargeable battery (or, Lithium-Ion secondary battery) Substance Identification : Even classified as lithium ion batteries (UN3480), 2009 IATA Dangerous GoodsRegulations 50th edition Packi
DATOS PERSONALES NOMBRE:-------------------- ANA HERNANDEZ FERNANDEZ DIRECCION:------------------C/ NAVEGANTE MACIAS DEL POYO, 13 - 30007 - MURCIA Nº DE COLEGIADA:------ 434 (Colegio Oficial de Odontólogos y Estomatólogos de la Región de Murcia) FORMACION ACADEMICA LICENCIADA EN ODONTOLOGIA. Título conseguido en Junio de 1.997 por la Facultad de Medicina y Odontología de la Universidad de M